Bitcoin a corso legale: reportage da El Salvador

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Bitcoin a El Salvador: un successo o fallimento? Solo il tempo ce lo dirà.

Stavo guardando la conferenza “Bitcoin Miami 2021” in streaming, quando la proposta di legge per rendere bitcoin valuta a corso legale a El Salvador è stata annunciata. Avendo vissuto quel momento in diretta, ho subito avuto l’impressione di stare assistendo ad un momento storico. Il primo pensiero che ho avuto è stato quello di «Questo è solo l’inizio, è solo il primo Paese».

Ma subito dopo, logicamente mi sono accorto che io di El Salvador non sapevo nulla, non ne conoscevo la storia, la cultura e a malapena sapevo indicarlo su una mappa. Mai avrei immaginato che poco meno di un anno dopo, prima avrei deciso di farci uno “scalo lungo” e successivamente di passarci un intero mese.

Ma andiamo con ordine.

La legge bitcoin

Dopo essere stata annunciata dal presidente Naiyb Bukele sul palco del Bitcoin Miami 2021, la legge bitcoin è stata successivamente portata in parlamento e approvata l’8 Aprile 2021 rendendo bitcoin valuta a corso legale a El Salvador, insieme al dollaro americano.

È stata una proposta che ha diviso l’opinione pubblica, tra chi definiva il presidente Bukele come vero pioniere, che vedeva in El Salvador la nuova Singapore del centro America e chi lo attaccava dicendo che gioca con i soldi del suo Paese, dato che bitcoin è troppo volatile e non sarà mai una valuta.

Personalmente dopo aver studiato la storia e l’economia di El Salvador, ho capito che Bukele non aveva niente da perdere, potrà sicuramente rilanciare l’economia e il turismo di questo Paese, e se gli dovesse andare bene, diventare una potenza come Singapore e finire sui libri di storia. Ma forse ci è già entrato.

L’idea e la missione

L’idea è nata durante un pranzo a Buenos Aires, tra me e la mia ragazza Becky, si parlava di El Salvador, del fatto che la legge era stata già approvata da qualche mese ma se ne sapeva ben poco. Gli unici video che circolavano erano quelli di gente che pagava con bitcoin ai terminali del McDonald’s.

L’idea era quella di andare alla scoperta del Paese, un Paese che 5 anni fa aveva il record negativo di omicidi, era in mano alle gang e che ha sempre avuto una storia sanguinolenta, di massacri e soprusi.

Volevamo sapere in quanti usano bitcoin tra la gente comune, come sono esposti i prezzi, solo in dollari o anche in bitcoin, come si può pagare la spesa in bitcoin viste gli alti costi e la lentezza delle transazioni nella rete bitcoin, ma soprattutto capire il genere di cambiamento che sta attraversando il paese e come questa legge lo sta influenzando.

La nostra idea era di andare lì di persona per scoprire un po’ più, mentre il sogno proibito era quello di farci un video documentario. Per questa ragione ho istintivamente scritto un messaggio al mio amico Uptin, ex-giornalista di CNBC e ora con un suo canale YouTube, che seguo molto e ultimamente stava coprendo argomenti interessantissimi ed affini, come l’inflazione in Libano e in Turchia.

Dopo breve mi sono accorto che non ero stato l’unico ad aver avuto questa idea. Due ragazzi del Bitcoin Italia Podcast stavano per intraprendere un viaggio di un mese e mezzo a El Salvador cercando di vivere solo con bitcoin, senza utilizzare né dollari, né carte di credito.

Uno dei due membri di questa spedizione, Laura, è una ragazza che avevo già conosciuto durante un evento a Lisbona quindi mi sono messo in contatto con loro per capire come si stavano muovendo ed avere più informazioni.

Leggendo il blog del Bitcoin Italia Podcast durante i primi giorni, blog che consiglio a tutti di leggere, mi sono accorto come l’adozione di bitcoin non era assolutamente semplice e immediata come me la stavo immaginando nella mia mente, ma comunque volevo andare a vedere di persona!

La prima settimana: vivendo utilizzando solo bitcoin

Dopo l’avventura in Argentina, ero diretto in Messico, ma ho deciso di fare una fermata a El Salvador. Era l’ultima settimana degli amici del bip e avevo veramente voglia di capire da loro cosa avevano vissuto durante l’ultimo mese, fare un po’ di esperienze e ovviamente vivere solo utilizzando bitcoin.

Forte della loro esperienza, specie nei primi giorni, ho dovuto fare molti meno sforzi per cercare posti o persone che accettassero bitcoin, infatti all’aeroporto mi è venuto a prendere un autista, Napoleon, contattato su Twitter dove si fa chiamare bitdriver, entusiasta di bitcoin, argomento del quale abbiamo parlato per tutto il viaggio verso El Zonte, la famosa bitcoin beach. Nonostante le sue prime impressioni sulla legge bitcoin fossero molto positive, specie dopo avergli raccontato la situazione in Argentina dove i cittadini non possono nemmeno cambiare i loro Pesos in altre valute senza un controllo statale, anche lui ha alcune perplessità sulle vicende che hanno portato a questa legge. Innanzitutto il primissimo annuncio del presidente Bukele è stato fatto in inglese, in quella conferenza a Miami, quindi sembrava totalmente non destinato a persone locali, che parlano spagnolo e non erano a Miami. Ciò nonostante è fiducioso del futuro dell’America Latina per gli anni a venire, riconosce il potenziale di questa terra e queste popolazioni e non posso che esserne d’accordo, specie ora che si stanno tutte un po’ slegando dall’oppressione politica statunitense.

Napoleon fa parte anche di una associazione, Mi Primer Bitcoin, che si occupa di dare lezioni gratuite a cittadini locali su bitcoin, partendo dalle basi, per promuovere la cultura nel paese e far si che persone di qualunque ceto sociale possano capire questa tecnologia e beneficiarne.

Arrivato a El Zonte era già ora di cena, ma prima check in nell’hotel che avevo già contattato via whatsapp e mi ero assicurato che accettassero bitcoin. Seconda transazione bitcoin in meno di un’ora, ci sto prendendo gusto.

Riccardo e Laura del bip mi portano in una pupuseria locale, anche loro accettano bitcoin e hanno un cartello per farlo sapere.

Mangiando le mie prime pupusas, pagate in bitcoin!

Ho iniziato a conoscerli meglio, ascoltato le loro storie personali e i racconti di ciò che hanno vissuto l’ultimo mese, anche se avevo già letto avidamente il blog, a proposito leggetelo! Le conversazioni sono proseguite fino a tarda serata, due ragazzi locali in hotel che ci avevano ascoltati parlare vogliono dire la loro, sono molto scettici riguardo a bitcoin, specie al connubio tra bitcoin e la politica, però in ogni caso hanno comprato qualche frazione di bitcoin!

El Zonte viene chiamata bitcoin beach perché qui, nel 2019 nacque tutto ciò che ha portato alla legge bitcoin di oggi, infatti un anonimo donatore inizio a donare dei bitcoin per far si che questo posto si sviluppasse e creasse una economia incentrata su bitcoin, qui nacque la famosa Hope House, una scuola costruita sempre con i soldi di questo donatore, in cui vengono date classi di inglese, computer e bitcoin, specie ai cittadini più giovani, gratuitamente. Tutt’oggi gli stipendi dei professori sono ancora pagati dalle donazioni.

La Hope House, costruita con i soldi da donazioni, che ora offre educazione gratuita per i cittadini locali.

Questo posto ha iniziato ad incantarmi, potrebbe essere benissimo Bali 30 anni fa, senza turismo di massa, ma con molta tranquillità e tanti surfisti.

Spiaggia di El Zonte, Bitcoin Beach

Nelle mie esplorazioni ho anche trovato alcuni posti che non accettano bitcoin, anche se sono pochi, Riccardo e Laura mi hanno assicurato che nel resto del Paese non è affatto così, altrove è molto difficile trovare posti che li accettano, qui siamo nella bitcoin beach è una situazione diversa!

“C’è chi dice no” (cit.)

La seconda sera ci siamo accorti che la pupuseria ha chiuso alle 8, non c’erano altri ristoranti aperti, o almeno ristoranti che accettassero bitcoin, quindi al letto senza cena, o almeno con un paio di birre e patatine visto che il chioschetto si, accettava bitcoin!

QR code in bella mostra e via. Anche il chioschetto accetta pagamenti in bitcoin!

Dopo la tranquillità di El Zonte, i giorni seguenti sono stati più intensi, prima siamo andati a San Salvador per un meetup dove erano presenti anche Max Keiser e Stacy Herbert, due bitcoiner di lunga data e ora principali esponenti della legge bitcoin a El Salvador. Durante la serata ho conosciuto molti espatriati ma anche tantissimi locali che hanno compreso le potenzialità del loro Paese, purtroppo questi sono ancora la minoranza, ma si stanno dando molto da fare per il resto della popolazione.

Foto con Max Kaiser, Stacy Herbert e gli amici del Bitcoin Italia Podcast: Riccardo e Laura

I giorni seguenti li ho passati a Santa Ana, una cittadina nel nord ovest del Paese piena di mercati e natura, qui l’adozione di bitcoin è decisamente indietro rispetto alla capitale o alla bitcoin beach, però seguendo i consigli di chi ci è già stato sono riuscito a non saltare nemmeno un pasto!

L’ultimo giorno sono tornato a San Salvador e ho fatto un tour per capire ancora di più la storia di questo Paese, spesso martoriato da guerre e omicidi, il più famoso quello di Monsignor Oscar Romero, a cui è dedicato anche l’aeroporto, un prete cattolico che spesso ha condannato le violenze e ingiustizie che c’erano nel paese per via del conflitto interno. Un giorno è stato assassinato mentre predicava la messa, facendone così un martire e un modello di riferimento per i cittadini che anche loro erano esasperati dagli infiniti conflitti.

El Salvador è uno di quei posti che ti prende, infatti Riccardo e Laura, alla conclusione della loro missione, hanno deciso di restare un altro mese qui a El Salvador, questa volta con l’eccezione che avrebbero utilizzato dollari per poter visitare quei posti a cui è stato loro negato l’accesso! Ma per me era già tempo di partire, una settimana intensa e bellissima.

Il ritorno: girare un video con Uptin

Il mio viaggio in Messico è stato subito interrotto da una email di Uptin, che ha letto l’email che gli mandai dall’Argentina e sta seriamente valutando la alla mia proposta di girare un video documentario su El Salvador. Era già ora di rifare di nuovo le valigie e tornare in un Paese che sinceramente avrei voluto esplorare di più.

Questa volta mi ha raggiunto anche Becky, colei che per prima ha avuto l’idea di esplorare questo Paese e filmare l’adozione di bitcoin. Al nostro arrivo ci siamo accorti che la macchina che avevamo affittato era decisamente troppo piccola per 4 persone e le loro valigie, quindi da navigati backpackers abbiamo deciso di lasciare le nostre in un hotel a San Salvador e viaggiare solo con uno zainetto.

Uptin e il suo cameraman Dylan ci hanno raggiunti il giorno dopo e siamo partiti in direzione spiaggia, questa volta quella di El Tunco, a 15 minuti da El Zonte. Ci siamo subito accorti che El Tunco è un posto con molta più vita, turismo e ristoranti rispetto a El Zonte. Anche qui l’adozione di bitcoin è molto diffusa, ci sono ristoranti che offrono 50% di sconto a chi paga in bitcoin, capiamo successivamente che sono sponsorizzati da strike, una app statunitense, che gli rimborsa gli sconti fatti ai clienti come strategia di marketing.

Gli sconti arrivano fino al 75%! Purtroppo questo è durato poco e dopo una settimana non c’era già più.

Siamo tornati anche a El Zonte per filmare la hope house e abbiamo incontrato molti crypto entusiasti, alcuni di loro anche stanno filmando un documentario su El Salvador e non sono gli unici, visto che oltre a noi, molti colleghi YouTuber di Uptin sono venuti qui nelle ultime settimane o sono in procinto di venire, direi che il turismo bitcoin la fa da padrone!

Le tappe che abbiamo percorso questa settimana sono state simili a quelle della mia prima volta, quindi il giorno dopo siamo andati a San Salvador, dove abbiamo assistito ad un meetup dell’associazione Mi Primer Bitcoin e visitato il mercato locale. Oltre che alle immancabili tappe a McDonald’s, Starbucks e altre catene per filmare le diverse e molto più avanzate tecnologie di cui dispongono queste multinazionali per quanto riguarda i pagamenti in bitcoin.

Becky pagando in bitcoin al McDonald’s

Abbiamo concluso il giro, e il documentario, a Santa Ana, dove abbiamo approfittato della tranquilla cittadina per incontrare amici e riorganizzare i filmati. Era già ora dei saluti e ringraziamenti, da parte mia sono veramente grato di aver partecipato ad un progetto del genere e aver visto da vicino la vita di uno Youtuber di successo come Uptin.

La crew al completo intervistando un barista locale.

A proposito, guarda il documentario completo qui: https://www.youtube.com/watch?v=iAQWvhn-lWg

Le ultime settimane

La penultima settimana l’ho passata con Becky guidando un po’ in giro, natura, vulcani, laghi e spiagge. Volevamo prenderci tempo per noi, per rilassarci e goderci questo Paese spettacolare. A questo punto pagare in dollari o bitcoin non importava, però la curiosità di chiedere a ogni commerciante se accettasse bitcoin c’era sempre e così abbiamo fatto.

La mia ultima settimana è stato un mio voler staccare la spina, rilassarmi, leggere libri e scrivere questo articolo. Becky è partita e io sono restato a El Tunco. L’atmosfera qui è molto tranquilla, la vita lenta e semplice, ciò che mi serviva prima del prossimo viaggio! Due eventi hanno catturato la mia attenzione, Martedì sono andato ad un incontro dove molti Salvadoregni si sono riuniti per parlare di bitcoin e dello stato dell’adozione, incluso le nuove e numerose opportunità di lavoro che bitcoin sta portanto nel Paese. Ovviamente erano presenti anche molte altre persone non locali che sono qui per lo stesso motivo.

“Bitcoin is for LOVERS … of economic freedom” Meetup a El Zonte

La mia avventura a El Salvador si è conclusa con un evento organizzato da Max Keiser e Stacy Herbert per San Valentino chiamato “Bitcoin is for LOVERS … of economic freedom” ovvero “Bitcoin è per gli amanti … della libertà economica” dove ho avuto l’opportunità di salutare moltissime delle persone incontrate nell’ultimo mese, con la promessa di rivederci presto, perché io a El Salvador ci tornerò. Voglio vedere come si evolve questa situazione e come il Paese migliorerà anno per anno con l’adozione di bitcoin, inoltre ho conosciuto gente fantastica a cui auguro solo il meglio per il futuro.

Considerazioni post viaggio

A fine viaggio è tempo di mettere insieme le idee e trarre delle conclusioni, seppur temporanee, visto che questa legge è stata emanata così di recente che non ha senso giudicarla già. Però è interessate fare il punto della situazione e capire cosa ha funzionato e cosa invece si può migliorare.

Innanzitutto c’è da dire che i cittadini locali, dopo l’approvazione della legge, hanno tutti ricevuto $30 in bitcoin, la maggior parte di loro li ha convertiti in dollari e li ha subito ritirati tramite uno dei molti bancomat di Chivo installati nelle città dal governo. Non sapevano cosa fosse bitcoin o non si fidavano, vedevano il suo valore oscillare, preferivano tenere in mano ancora i vecchi dollari.

Una cosa su cui tutti sono d’accordo, e anche io concordo fortemente con questo punto, è che questi $30 regalati così non sono serviti a nulla, sono stati come un regalo di natale o un reddito di cittadinanza, ma non hanno per nulla migliorato le condizioni della popolazione, o la loro comprensione di cosa stava succedendo. Perché ciò che i cittadini chiedono è proprio l’educazione, solo con quella si progredisce, solo con quella si potrà capire il vero potenziale di bitcoin e sfruttarlo a pieno.

Ci sono poi quelle persone che pensano che bitcoin sia la moneta di Bukele, il presidente, che l’ha creata lui, persino che lui possa stamparne di nuovi, hanno sentito di quel progetto con il vulcano! Ecco, anche qui l’odio politico, il tifo cieco, portano le persone a identificare una moneta assolutamente slegata da ogni governo con un partito politico, bitcoin non è politica, bitcoin non è Bukele, bitcoin libera dalla politica.

Nei mercati locali le persone non accettano bitcoin o se lo fanno è perché hanno distrattamente scaricato l’app per riscuotere i $30 e quindi invece di perdere un cliente accettano i suoi bitcoin, che verranno convertiti subito in dollari e ritirati dal bancomat, anche qui un po’ di educazione potrebbe fare veramente la differenza, noi ci abbiamo provato, molte associazioni locali ci stanno provando, infatti molte persone ne sono grate, ma siamo ancora una minoranza, servirà tempo, ma la strada è tracciata.

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Lorenzo Primiterra, The Crypto Nomad

Bitcoin early adopter (2011). Digital nomad. Open source developer. Believe in the freedom of internet. Always looking for that brilliant idea.